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Come funziona il processo civile in Italia

Come funziona il processo civile in Italia

Il processo civile è un insieme di attività svolte per risolvere controversie di diritto privato

27/06/2024

Il processo civile è un insieme di attività svolte per risolvere controversie di diritto privato. Le varie fasi del processo civile sono stabilite dal Codice di Procedura Civile. Sebbene spesso si dica che le cause civili siano lunghe, è importante capire il motivo di tali tempistiche. Ogni fase richiede tempo per essere completata correttamente, e ciò spiega perché i processi civili possono durare anni prima di giungere a una sentenza definitiva. 

Differenze tra processo civile e processo penale

È fondamentale distinguere il processo civile da quello penale. Nel processo penale, lo Stato, attraverso il Pubblico Ministero, interviene per perseguire reati di interesse pubblico. In caso di reati, il Pubblico Ministero può attivare indagini per determinare se una persona debba essere indagata per delitti o contravvenzioni gravi. Nel processo civile, invece, si tratta di controversie tra privati. Ad esempio, può riguardare il recupero di crediti, contenziosi lavorativi, litigi tra vicini di casa, separazioni o divorzi. La causa ordinaria inizia con un atto di citazione, prosegue con l'analisi delle prove e termina con una sentenza. 

Tipologie di processo civile in Italia

In Italia esistono diverse tipologie di processo. Il processo civile riguarda le dispute tra soggetti privati, dove il giudice è imparziale e valuta i fatti secondo la legge. Il processo penale ha lo scopo di punire i colpevoli di reati, considerati pericolosi per la collettività. Infine, il processo amministrativo riguarda il rapporto tra Stato e cittadini, spesso intrapreso quando la Pubblica Amministrazione viola un diritto del cittadino. 

Differenze tra processo civile e penale

Le differenze tra processo civile e penale si basano su diversi presupposti. Lo scopo del processo civile è accertare la violazione di un diritto soggettivo di un privato e tutelabile da un tribunale. Il giudice nel processo civile è imparziale e valuta i fatti presentati dalle parti. Nel processo penale, invece, lo Stato prende l'iniziativa per punire il colpevole in quanto l'interesse tutelato è della collettività. Il Pubblico Ministero rappresenta i cittadini, cercando prove e perseguendo i reati per garantire la sicurezza. Nel processo civile, il giudice deve attenersi a ciò che presentano le parti, senza dare suggerimenti, secondo il principio dispositivo. Nel processo penale, il giudice ha più poteri e può cercare prove, seguendo il principio accusatorio. L'impulso al processo civile proviene dalle parti in conflitto, mentre nel processo penale, il Pubblico Ministero rappresenta la parte lesa e l'imputato risponde delle accuse. 

Come funziona un processo civile

Prima di iniziare una causa civile, in alcuni casi, è necessario rivolgersi a un mediatore per tentare di risolvere la disputa senza un lungo procedimento. La mediazione obbligatoria riguarda diritti reali, eredità, condominio, patti di famiglia, locazione, affitti aziendali, risarcimenti per responsabilità medica, diffamazione e contratti bancari, finanziari e assicurativi. Se la mediazione non produce risultati, si procede con le altre fasi.

Se la mediazione fallisce, l’interessato deve notificare alla controparte l'atto di citazione, elencando le pretese e la data per presentarsi in tribunale. Il convenuto deve rispondere con una "comparsa di risposta", difendendosi su tutti i punti. La difesa deve essere depositata 20 giorni prima dell’udienza. 

Durante la prima udienza, si verificano gli aspetti formali, come notifiche e depositi, e si chiedono ulteriori chiarimenti. Le parti presentano le prove e indicano i testimoni da convocare. Il giudice decide quali prove ammettere e quali testimoni convocare, iniziando così la fase istruttoria, spesso lunga e complessa.

Dopo aver ascoltato le parti e i testimoni e analizzato le prove, il giudice fissa un’udienza riassuntiva per ribadire le richieste. Ci sono 60 giorni per le note conclusive e 20 per la replica della controparte. Il giudice pubblica la sentenza entro 30 giorni, anche se non è un termine perentorio e possono passare mesi. Dopo la sentenza, la parte che ha perso il processo  può impugnare la decisione davanti alla Corte d’Appello, in secondo grado di giudizio. L’appello permette di riesaminare il caso e la decisione del giudice di primo grado.

(fonte immagine: Freepik) 

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