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Separazione e divorzio: ecco le differenze

Separazione e divorzio: ecco le differenze

La separazione è una modifica di status, mentre il divorzio è la cessazione del matrimonio

25/09/2023

La separazione rappresenta uno stato legale in cui gli obblighi reciproci dei coniugi vengono in qualche modo sospesi, eccetto quelli relativi all'assistenza e al rispetto reciproco. Questa fase funge da periodo di transizione, consentendo ai coniugi di considerare una possibile riconciliazione, offrendo loro la possibilità di cambiare idea prima di giungere a una decisione definitiva emessa dalla sentenza di divorzio.

La separazione può essere consensuale o giudiziale, a seconda se i coniugi arrivino a un accordo, successivamente omologato dal giudice, oppure si proceda attraverso una pronuncia giudiziaria. Al contrario, il divorzio è stato introdotto in Italia solo nel 1980 con la legge n. 898, successivamente modificata nel 2015, che ha introdotto il cosiddetto "divorzio breve," abbreviando notevolmente i tempi richiesti.

Con il divorzio, i coniugi perdono lo status di coniuge, comportando la cessazione degli effetti giuridici del matrimonio, tra cui il dovere di fedeltà, l'obbligo di assistenza morale e materiale e il dovere di collaborazione e coabitazione. Tuttavia, rimangono immutati gli obblighi verso i figli e la responsabilità genitoriale, indipendentemente dall'età dei figli o dalla rottura definitiva del vincolo matrimoniale.

Differenze legali fra separazione divorzio

La differenza fondamentale tra i due sta nel fatto che dopo la separazione non è possibile contrarre nuove nozze, nonostante gli obblighi matrimoniali siano sospesi temporaneamente, mentre il divorzio permette alle parti di risposarsi, essendo questo uno scioglimento definitivo del matrimonio. Un'altra rilevante distinzione riguarda le tempistiche. La legge sui divorzi del 2015 ha introdotto il "divorzio breve," abbreviando notevolmente i tempi, specialmente per i casi di separazione consensuale. In quest'ultimo, i coniugi possono divorziare anche in meno di un anno, con procedure agevolate e minori costi. In situazioni di conflitto, il processo contenzioso può essere più prolungato e oneroso.

Quando i coniugi riescono a trovare un accordo, possono persino rivolgersi direttamente al Sindaco del Comune di residenza o al luogo di celebrazione del matrimonio per ottenere il divorzio, senza la necessità di un avvocato e con un costo minimo di 16 euro di marca da bollo. Tuttavia, questa opzione non è possibile se ci sono figli minorenni, figli disabili o figli maggiorenni non autosufficienti. In caso di mancanza di accordo, sia la separazione che il divorzio richiedono l'assistenza di un avvocato e l'intervento di un giudice, il che rende le tempistiche incerte e i costi maggiori rispetto ai casi di accordo tra coniugi.

Aspetti matrimoniali in caso di separazione e in caso di divorzio

Un aspetto complesso riguarda la divisione dei beni in caso di separazione o divorzio. È consigliabile procedere con una separazione o un divorzio consensuale per evitare dispute prolungate, altrimenti il giudice dovrà decidere in merito. Durante il matrimonio, in assenza di accordi differenti, si applica la comunione legale dei beni. Per mantenere la separazione dei beni, è necessario dichiararlo espressamente davanti all'ufficiale di stato civile o al ministro di culto. La sentenza di separazione o divorzio scioglie la comunione dei beni, consentendo a ciascun coniuge di chiedere la divisione dei beni o raggiungere un accordo sulla divisione stessa.

La comunione dei beni include gli acquisti effettuati durante il matrimonio, i frutti dei beni personali di ciascun coniuge, gli introiti da locazioni, interessi sui titoli di stato, dividendi azionari, guadagni da lavoro o professione, e aziende gestite congiuntamente. Tuttavia, i beni propri prima del matrimonio, quelli ricevuti per donazione o eredità, beni strettamente personali, beni ottenuti come risarcimento danni, e la pensione per incapacità lavorativa rimangono fuori dalla comunione. In caso di separazione dei beni, la situazione rimane invariata, con ciascun coniuge come titolare esclusivo dei beni acquisiti prima o durante il matrimonio.

Come funziona l’assegno di mantenimento

L'assegno di mantenimento assume diverse funzioni a seconda che si tratti di separazione o divorzio. Nella separazione, mira a mantenere il tenore di vita durante il matrimonio per il coniuge in stato di bisogno o in condizioni economiche inferiori all'altro. In caso di separazione senza addebito, entrambi i coniugi possono richiederlo se sussistono condizioni di inferiorità economica. Nel divorzio, invece, l'assegno presuppone l'inadeguatezza dei mezzi del coniuge economicamente più forte. Un altro punto di distinzione riguarda l'eredità in caso di separazione e divorzio.

Nel caso di separazione, gli ex coniugi possono mantenere i diritti ereditari del coniuge non separato, a meno che la separazione sia avvenuta con addebito. In quest'ultimo caso, il coniuge colpevole non erediterà dall'altro, a meno che non ricevesse alimenti dall'ex coniuge deceduto, caso in cui potrebbe ricevere un assegno vitalizio dagli eredi. Nel divorzio, invece, si perdono tutti i diritti successori acquisiti con il matrimonio. Tuttavia, è possibile che al coniuge superstite sia assegnato un assegno periodico a carico dell'eredità, ma solo se vi era un assegno divorzile e il soggetto è in uno stato di bisogno.

Cosa succede ai figli dopo il divorzio

Il diritto al mantenimento dei figli dopo il divorzio è di fondamentale importanza. I figli hanno il diritto di mantenere uno standard di vita simile a quello che avevano prima del divorzio, ma la separazione spesso comporta un aumento delle spese e impoverimento. Entrambi i genitori devono contribuire al mantenimento dei figli in base alle loro risorse finanziarie. Il genitore con cui i figli vivono quotidianamente riceve un assegno di mantenimento dall'ex coniuge, determinato d'accordo o dal tribunale se non c'è accordo.

L'assegno di mantenimento va versato sul conto del genitore collocatario per le spese quotidiane dei figli. Una volta maggiorenni, i figli possono riceverlo direttamente. Non è possibile sostituirlo con spese in natura. La mancata assistenza finanziaria può comportare conseguenze legali. L'assegno è dovuto fino a quando i figli diventano economicamente indipendenti, ma devono impegnarsi a raggiungere questa indipendenza.

Dopo i 30/35 anni, la disoccupazione persistente può portare alla cessazione dell'assegno, ma una volta cessato, non può essere ripristinato. I figli hanno il diritto di vivere con uno dei genitori, scelto dal tribunale, considerando la loro volontà se hanno più di 12 anni. La decisione può essere rivista se cambiano le circostanze o la volontà dei figli, assicurando che il loro benessere sia sempre al centro delle decisioni dopo il divorzio.

(fonte immagine: Freepic) 

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