17/01/2024
Il sistema di giustizia sportiva in Italia è gestito dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e dalle federazioni sportive nazionali, che hanno il compito di applicare le regole disciplinari e di risolvere le dispute legate allo sport. Ciascuna federazione sportiva nazionale dispone di un proprio organo giudicante noto come il Tribunale Federale Nazionale. Questo tribunale ha il compito di valutare le violazioni delle norme disciplinari e di imporre sanzioni agli atleti, agli allenatori e alle società coinvolte in tali infrazioni. Nel caso in cui vi siano ricorsi contro le decisioni del Tribunale Federale Nazionale, è possibile appellarsi al Collegio di Garanzia dello Sport, un organismo indipendente e autonomo creato sotto l'egida del CONI.
Giustizia sportiva: come funziona il Collegio di Garanzia dello Sport
Il Collegio di Garanzia dello Sport è composto da giudici nominati dalla Corte Suprema di Cassazione ed è autorizzato a rivedere, modificare o confermare le decisioni prese dalle federazioni sportive nazionali. Inoltre, nel contesto delle competizioni sportive, opera il giudice sportivo designato dalla federazione sportiva nazionale, con l'incarico di giudicare le violazioni verificatesi durante gli eventi sportivi.
In generale, il sistema di giustizia sportiva in Italia si basa sulle regole stabilite dalle federazioni sportive nazionali, ma offre la possibilità di appellarsi al Collegio di Garanzia dello Sport per garantire una maggiore imparzialità e indipendenza nella risoluzione delle controversie sportive. Il sistema di giustizia sportiva in Italia è regolamentato da un codice della giustizia sportiva emesso dal CONI, il quale mira a garantire decisioni tempestive per non interferire con le competizioni sportive e le attività delle federazioni. Questo codice si ispira alle leggi ordinarie, ma pone un'enfasi particolare sulla necessità che le sanzioni inflitte abbiano un impatto diretto sul lato sportivo della squadra penalizzata.
Cos’è la responsabilità oggettiva
Inoltre, la giustizia sportiva italiana richiede la "responsabilità oggettiva", il che significa che una squadra può essere giudicata per i comportamenti dei propri membri o tifosi negli stadi. È inoltre necessario che l'accusa dimostri la colpevolezza degli imputati "oltre ogni ragionevole dubbio", come stabilito in una sentenza del 2000 relativa a presunte scommesse illecite.
Per garantire l'indipendenza e l'autonomia del sistema, coloro che ricoprono cariche nella giustizia sportiva sono tenuti a firmare una dichiarazione in cui si impegnano a non avere legami di lavoro o collaborazione con le federazioni o i tesserati. Le posizioni all'interno della giustizia sportiva hanno una durata di quattro anni, con la possibilità di essere rinnovate per due mandati.
I giudici sono selezionati tramite un processo di selezione basato su bandi, e per diventare giudici territoriali è necessario possedere una laurea in giurisprudenza e aver acquisito esperienza nel settore sportivo o federale. La giustizia sportiva si concentra principalmente sulle questioni che emergono durante le competizioni sportive, valutando le segnalazioni degli arbitri e degli ispettori inviati negli stadi dalla procura federale.
Riforma della giustizia sportiva
La riforma presentata dal ministro dello Sport Andrea Abodi nel Consiglio dei Ministri, dopo la condanna saliscendi inferta alla Juventus lo scorso anno, mira a rendere più efficace e trasparente la penalizzazione nelle classifiche dei campionati sportivi. Con questa riforma, non saranno più ammessi saliscendi improvvisi nella classifica del campionato in caso di penalizzazioni.
Le penalizzazioni si rifletteranno nella classifica solo al termine del processo di giustizia sportiva, quando il Collegio di Garanzia emetterà la sentenza definitiva. Questo consentirà di dare maggiore efficienza al sistema calcistico. Un altro aspetto importante della riforma riguarda le plusvalenze, ovvero gli introiti ottenuti dalle società sportive attraverso la vendita di calciatori. La riforma introduce la possibilità di rateizzare le tasse solo sulla parte degli introiti che comporta un flusso di cassa effettivo. Tuttavia, questa opzione è disponibile solo se il calciatore rimane nella società che lo ha acquisito per almeno due anni. Il ministro Abodi ha anche accennato a un nuovo strumento in fase di sviluppo con caratteristiche diverse, pianificato per settembre, che potrebbe portare ulteriori cambiamenti nella giustizia sportiva e nel mondo del calcio.
Cosa era accaduto nel 2014 nella giustizia sportiva
Nel corso del 2014, si sono verificati dei sostanziali cambiamenti nella sfera della giustizia sportiva italiana. Questi cambiamenti hanno comportato la soppressione dell'Alta Corte di Giustizia Sportiva e del Tnas, che sono stati rimpiazzati dal Collegio di Garanzia e dalla Procura Generale dello Sport. Queste modifiche hanno semplificato notevolmente il sistema giudiziario nello sport, riducendo il numero di livelli di giudizio da tre a due. Ogni federazione sportiva ora dispone delle proprie istanze giudiziarie e corti d'appello, mentre il Coni ha stabilito il suo tribunale di primo grado e una corte d'appello. Il Collegio di Garanzia, il terzo livello di giudizio, è coinvolto solo in situazioni eccezionali per garantire la legittimità delle decisioni prese dalle corti d'appello delle federazioni. Queste riforme hanno contribuito in modo significativo a rendere più efficiente il sistema di giustizia sportiva in Italia.
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