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Magistrato e avvocato: affinità e differenze

Magistrato e avvocato: affinità e differenze

Nel mondo del diritto, il processo viene gestito da due figure: avvocato e magistrato

19/01/2023

Nel mondo del diritto due sono le figure da cui dipende l’andamento di un processo, e sono l’avvocato e il magistrato. Chi per un ruolo e chi per un altro, entrambi operano nelle aule di tribunale e sono essenziali per la tutela dei diritti e della legge. Per ricoprire entrambi questi ruoli è necessaria una formazione giuridica, acquisita con il conseguimento di una laurea in Giurisprudenza. Nonostante questo, l’iter per diventare Magistrato è differente rispetto al ruolo di avvocato, anche se entrambe le posizioni possono essere intercambiabili. Entrambi i ruoli sono caratterizzati da peculiarità e possono essere svolte ricoprendo diversi ambiti. In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa caratterizza la figura dell’avvocato e quella del Magistrato.

Il ruolo dell’avvocato

L’avvocato è quella figura professionale che si occupa di far rispettare la legge e difende i diritti dei propri clienti. Il suo luogo di azione è il tribunale nel quale, tramite documenti, prove e argomentazioni rappresenta i suoi assistiti. Oltre ad offrire rappresentanza legale, ha una seconda mansione. Infatti, l’avvocato offre consulenza legale mettendo a disposizione la sua conoscenza giuridica. Tramite la consulenza informa e consiglia i clienti su quelli che sono i loro diritti, facendo riferimento all’applicazione dei codici e delle normative.

Esistono diversi ambiti nei quali un avvocato può operare. I principali campi della giurisprudenza sono il diritto civile, ambientale, diritto penale, societario, diritto di famiglia, tributario, amministrativo, diritto del lavoro e diritto commerciale. Essendo numerosi gli ambiti in cui può agire, l’avvocato può rappresentare sia privati che aziende. L’assistenza ai privati prevede la protezione dei loro diritti dopo trattamenti illeciti da parte di terzi, l’intervento su testamenti, questioni familiari di diversa natura o la compravendita di immobili. Quando invece offre assistenza alle aziende, questa può interessare le questioni relative al diritto del lavoro, previdenziale e sindacale. Inoltre, può anche far riferimento ad acquisizioni o fusioni societarie o la contrattualistica dell’impresa.

Qualunque sia l’ambito o il caso nel quale si trova l’avvocato, è necessaria una conoscenza totale del proprio cliente così da poterlo rappresentare al meglio. Solo avendo un ampio panorama della situazione sarà in grado di raccogliere tutti i materiali utili alla difesa, come prove e informazioni. Tra l’avvocato ed il suo cliente andrà ad instaurarsi un rapporto di fiducia e confidenziale, coperto dal segreto professionale.

Può un avvocato diventare Magistrato?

Ad oggi, chiunque abbia conseguito una laurea in Giurisprudenza può partecipare al concorso per la nomina di Magistrato. Dopo aver conseguito la laurea, occorre intraprendere uno di questi percorsi: 

  • Pratica forense con durata di almeno 18 mesi e superare l’esame di avvocatura
  • Scuola di specializzazione di 2 anni per professioni legali, accessibile con concorso pubblico, durante la quale si svolge un tirocinio negli uffici giudiziari
  • Tirocinio nell’Avvocatura di Stato o negli uffici giudiziari per almeno 18 mesi.
  • Svolgere un dottorato di ricerca in materie giuridiche
  • Abilitazione all’avvocatura

Successivamente, si potrà partecipare al concorso pubblico in magistratura. Questo può essere svolto solo tre volte ed è considerato il più complesso d’Italia. 

La figura del Magistrato e la differenza con quella dell’avvocato

Il Magistrato è una figura differente dagli altri funzionari pubblici, in quanto è classificato come funzionario burocratico. Per questo, ha determinate garanzie delle quali non godono i funzionari pubblici. Tale professione è regolata dalla Legge sull’ordinamento giudiziario. Al Magistrato, sono affidate le mansioni di Giudice e Pubblico Ministero. Tramite lo svolgimento di un processo, il compito di questa figura è quello di far rispettare le leggi ed il diritto previsti dallo stato. Quando svolge l’attività di Giudice, decide sulle controversie e si pronuncia su compiti di sua competenza. Invece, quando è Pubblico Ministero, la sua attività è requirente, ossia fa richieste e conduce indagini per le decisioni degli organi giudicanti.

Esistono diverse tipologie nelle quali può differenziarsi la figura del Magistrato. Abbiamo il Pubblico Ministero, il Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP), il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), il Giudice Penale, Civile, di Pace ed il Giudice Amministrativo. Una distinzione che è doveroso fare è tra il Magistrato togato e Magistrato onorario. Il Magistrato togato svolge il suo lavoro ed è un dipendente pubblico. Il Magistrato onorario esercita la professione in particolari periodi ed è nominato con procedure specifiche, non tramite concorso. Quest’ultimo non ha uno stipendio fisso ma percepisce un’indennità.

Nonostante possano sembrare simili, ci sono delle differenze tra il Magistrato ed il Giudice. Affinché un Giudice svolga la sua funzione, deve per legge essere anche Magistrato, mentre quest’ultimo non deve obbligatoriamente essere Giudice. Il Magistrato è una figura autonoma, non influenzata dal potere esecutivo o legislativo, mentre il Giudice è chiamato a sentenziare su una causa, indipendentemente che questa sia civile, amministrativa o penale. In sintesi, quest’ultimo interviene in un contesto molto più specifico rispetto al Magistrato.

Un Magistrato può diventare Avvocato?

Viste le conoscenze da lui acquisite, un Magistrato può decidere di abbandonare il suo ruolo e diventare avvocato, anche se questo è molto raro. Di rado si sceglie di rinunciare allo stato di particolare prestigio di cui gode un Magistrato. Il fattore che potrebbe indurre al cambiamento è forse quello economico, questo perché le gratificazioni economiche ricevute dagli avvocati non sono paragonabili a quelle dei magistrati.  Quando si decide di passare dalla magistratura alla professione forense, la rottura non avviene mai del tutto. Questo perché, spesso, un avvocato ex magistrato avrà sempre dei privilegi rispetto ad un altro collega. Aver operato nella magistratura, va sicuramente a rafforzare il ruolo professionale dell’avvocato. Un esempio dei vantaggi acquisiti da questo cambio, è il facile accesso alle stanze dei magistrati, l’opportunità di dialogo con essi e la maggiore considerazione alle cause dell’avvocato.

(fonte immagine: Free Pik)

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