15/09/2024
Tecnologia e privacy sono sempre più interconnesse, soprattutto con l'avvento di innovazioni come il riconoscimento biometrico. La quarta rivoluzione industriale ha trasformato la nostra società e le nostre vite quotidiane, rivoluzionando il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con il mondo digitale. Le tecnologie avanzate, impensabili fino a pochi decenni fa, sono ora parte integrante delle nostre vite, portando con sé nuove opportunità ma anche nuove sfide legate alla privacy e alla sicurezza dei dati.
Innovazioni e cambiamenti
Le innovazioni tecnologiche come gli assistenti virtuali nelle nostre case, in grado di gestire le attività quotidiane e fornire informazioni in tempo reale, e gli smartphone, che ci danno accesso a una quantità infinita di dati e servizi, hanno migliorato notevolmente la nostra comodità e il nostro modo di vivere. Tuttavia, questa comodità ha un prezzo: la sovraesposizione dei dati personali. L'uso estensivo della tecnologia implica una continua condivisione di informazioni personali, creando la necessità di nuove normative e tutele per proteggere la privacy degli utenti.
Tecnologia e propogressi dell'intelligenza artificiale
Con il progresso dell'intelligenza artificiale, i sistemi sono diventati capaci di sostituire l'uomo in numerose attività, sollevando questioni legali e giuridiche sui confini delle interazioni digitali. La tecnologia può portarci oltre i limiti fisici, mentre le leggi tradizionali, basate su confini nazionali, diventano obsolete. Questo ha reso necessaria l'adozione di leggi sovranazionali che possano fornire una regolamentazione globale e affrontare le nuove sfide della "data society", una società in cui la protezione e la sicurezza dei dati condivisi diventano cruciali.
Riconoscimento biometrico
Tra le tecnologie emergenti più rilevanti vi sono quelle di riconoscimento facciale (TRF), che permettono l'identificazione delle persone attraverso il riconoscimento dei tratti del viso. Queste tecnologie sono già integrate in molti dispositivi, come smartphone e computer, e consentono non solo lo sblocco dei dispositivi, ma anche l'identificazione per motivi di sicurezza. Ad esempio, vengono utilizzate sui social media per applicare filtri e cambiare l’aspetto dei volti, e in ambito pubblico per identificare individui attraverso algoritmi che analizzano immagini da database.
Cosa sta succedendo in Australia
Un esempio emblematico delle implicazioni di queste tecnologie è l'Australia, dove il governo sta lavorando a un vasto progetto di digitalizzazione. Le foto ufficiali dei cittadini, come quelle per patenti o passaporti, vengono inserite in un database nazionale, parte di un disegno di legge che discute anche i rischi di un potenziale abuso dei dati personali. Questo ha suscitato un acceso dibattito tra i sostenitori, che vedono il sistema come una soluzione per combattere i furti di identità, e gli oppositori, preoccupati per la possibile invasione della privacy.
Come sarà la tecnologia del futuro
In questo contesto, diventa essenziale sviluppare normative globali che possano affrontare le sfide poste dalla rapida evoluzione tecnologica, tenendo conto delle diverse esigenze di sicurezza e libertà individuale. Le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale e il riconoscimento facciale, offrono enormi potenzialità, ma sollevano anche preoccupazioni significative riguardo alla sorveglianza di massa, alla gestione dei dati personali e al controllo sociale.
Per evitare un uso improprio o abusivo di queste innovazioni, è necessario un approccio etico che promuova la trasparenza, la responsabilità e la consapevolezza. Le aziende tecnologiche e i governi devono collaborare per creare standard condivisi che bilancino la necessità di innovazione con il rispetto dei diritti fondamentali, garantendo che la tecnologia sia al servizio delle persone e non il contrario. Solo attraverso una governance responsabile e una costante revisione delle leggi sulla privacy sarà possibile costruire un futuro in cui tecnologia e diritti umani coesistano armoniosamente.
Cosa riserba il futuro in merito a tecnologia e privacy
- Archiviazione inappropriata dei dati. La raccolta di immagini facciali è facile, poiché può essere effettuata in luoghi pubblici attraverso telecamere, ma il rischio principale deriva dalla sicurezza dei database che le contengono. Nessun sistema è completamente invulnerabile, e una violazione potrebbe permettere a malintenzionati di accedere a informazioni sensibili, come foto o indirizzi, e utilizzarle per furto di identità, stalking o impersonificazione. I dati biometrici, una volta compromessi, non possono essere cambiati come una password o un numero di carta di credito, aumentando così la gravità di una violazione.
- Uso improprio dei dati. La tecnologia di riconoscimento facciale non è immune da bias e può favorire il riconoscimento di alcuni gruppi rispetto ad altri, portando a errori di identificazione e discriminazione. Falsi positivi possono causare arresti errati e ingiustizie legali, come nel caso di Nijeer Parks negli Stati Uniti. Inoltre, l’uso di queste tecnologie per profilare le persone in base a criteri specifici può portare a discriminazioni sistemiche, specialmente quando utilizzate da governi per sorvegliare o reprimere gruppi minoritari.
- Violazione della privacy individuale. L'uso del riconoscimento facciale è intrusivo poiché spesso avviene senza il consenso o la consapevolezza delle persone. Essere monitorati costantemente limita la libertà personale e può inibire comportamenti liberi, aumentando lo stress e riducendo la fiducia nelle autorità. Questa sorveglianza può inoltre violare la presunzione di innocenza, trattando le persone come potenziali colpevoli senza prove.
- Violazione della libertà di espressione e di associazione. La sorveglianza tramite riconoscimento facciale può limitare la libertà di espressione e inibire attività come l'attivismo politico, soprattutto in Paesi dove il dissenso non è tollerato. Inoltre, il diritto all'anonimato viene compromesso, poiché le persone temono che le loro attività pubbliche possano essere monitorate e associate alle loro identità personali.
- Mancanza di trasparenza. La gestione dei dati biometrici spesso manca di trasparenza, impedendo alle persone di sapere come, da chi e per quali scopi vengono utilizzati i loro dati. Senza chiarezza e controllo, gli utenti non possono verificare o modificare i propri dati, lasciando spazio a potenziali abusi da parte di aziende e governi.
- Abitudine e normalizzazione. Se la tecnologia di riconoscimento facciale viene adottata senza regolamentazioni adeguate, c'è il rischio che il pubblico si abitui a un livello di sorveglianza sempre maggiore, rendendo la privacy un concetto sempre più debole e vulnerabile.
- Accessibilità della tecnologia a tutti. Con l'avanzamento della tecnologia, diventa sempre più facile per chiunque, anche per i singoli individui, avere accesso a strumenti di riconoscimento facciale. Questo aumenta i rischi di abuso, come dimostrato da esperimenti che hanno mostrato come sia possibile identificare persone da foto pubbliche o catturate casualmente.
Uni.Riz: un portale con la tecnologia al centro
Per affrontare queste preoccupazioni sulla tecnologia, è necessario garantire una trasparenza totale nella raccolta e gestione dei dati biometrici. Gli individui dovrebbero avere il pieno controllo sui propri dati, potendo accedere, modificare e cancellare le informazioni personali. È fondamentale ottenere un consenso esplicito e informato prima che i dati biometrici vengano raccolti e utilizzati. Questo accade regolarmente su UniRiz, piattaforma di e-learning che archivia i dati nel pieno rispetto della normativa vigente.
Inoltre, occorre una regolamentazione più stringente a livello globale per prevenire l'uso improprio della tecnologia. Le organizzazioni dovrebbero implementare misure di sicurezza rigorose e formazione specifica per il personale, mentre le autorità di controllo dovrebbero monitorare attivamente il rispetto delle normative esistenti, come il GDPR in Europa. Infine è cruciale aumentare la consapevolezza pubblica riguardo ai rischi del riconoscimento facciale e promuovere un cambiamento sociale verso un uso più etico della tecnologia.
(fonte immagine: Freepik)