30/09/2023
La lesione dell'onore altrui costituisce un reato noto come diffamazione, che si consuma mediante l'attacco alla buona reputazione di un individuo in sua assenza. L'atto di diffamazione assume una gravità maggiore quando si associa al soggetto offeso un fatto specifico e quando avviene attraverso il mezzo della stampa o altre forme di diffusione pubblica, come il mondo virtuale di internet o i vari canali social. È importante notare che anche la veridicità delle affermazioni non costituisce una scusante valida per la diffamazione.
Nel panorama legale, è importante distinguere tra il diritto di critica e il diritto di cronaca. Il primo è garantito quando le dichiarazioni si fondano su fatti veritieri, sono espresse in maniera rispettosa e rispondono a un reale interesse pubblico. Il secondo, il diritto di cronaca, si applica quando si diffondono informazioni legittime relative a eventi di rilevanza sociale. Qualsiasi individuo che si ritrovi a subire un ingiusto pregiudizio alla sua reputazione ha il diritto di perseguire il risarcimento dei danni subiti. Va sottolineato che la diffamazione costituisce un reato distinto rispetto all'ingiuria e alla calunnia, poiché queste ultime implicano accuse false o insulti diretti, mentre la diffamazione coinvolge l'attribuzione di fatti o affermazioni dannose, che possono essere veritieri ma non necessariamente giustificati.
Significato del termine diffamazione
La parola "calunnia" denota l'azione di diffamare qualcuno e ha origini linguistiche nel latino tardo, specificamente nella parola "calumniatio". Questo vocabolo è composto dalla particella negativa "cal" e "umnia", che si riferisce alla privazione della buona fama. In termini più generali, rappresenta un'offesa alla reputazione di un individuo. Ma cosa intendiamo con reputazione nel contesto della calunnia? La reputazione indica il giudizio che gli altri membri della società formulano o dovrebbero formulare su una persona offesa, in base alle sue qualità morali, legali e umane. L'importanza del diritto alla propria reputazione è evidente. Praticamente ogni aspetto significativo delle relazioni sociali, che sia in famiglia, in ambito professionale, politico o amicale, presuppone che gli altri ci considerino in un certo modo, secondo la percezione che hanno di noi.
Una "cattiva reputazione" può portare alla rottura di legami di amicizia o all'esclusione da determinati gruppi sociali. Può mettere in pericolo le opportunità lavorative, come ad esempio l'ottenimento di un impiego o la fiducia dei clienti. Può anche minare il consenso sociale e politico, e così via.
Cosa significa delitto di calunnia
Il termine "calunnia" ha un significato ben preciso nel linguaggio legale, essendo considerato un reato dalla legge penale. Dal punto di vista giuridico, la calunnia è un crimine che rientra tra i "reati contro l'onore". In particolare, il reato di calunnia si verifica ogni volta che si offende la reputazione di una persona assente comunicando con più di una persona. Con "più persone" si intende un gruppo di almeno due individui. L'articolo 595 del codice penale prevede sanzioni diverse per varie forme di calunnia, in base alla gravità del caso. Nel caso più semplice, chiunque offenda la reputazione di un altro comunicando con più persone può essere punito con una pena detentiva fino a un anno o una multa fino a 1.032 euro.
Le differenti tipologie di diffamazione
Nel contesto della diffamazione, la gravità dell'offesa aumenta quando il diffamatore attribuisce un evento specifico alla vittima. Ma perché la diffamazione è considerata più grave quando il danneggiamento della reputazione di qualcuno implica l'associazione a un evento particolare? La risposta risiede nell'effetto distintivo che questo tipo di offesa ha sulla percezione sociale della vittima. Riferirsi a un evento specifico rafforza la credibilità della diffamazione, potenzialmente dipingendo la vittima in una luce ancora più negativa. Per spiegare meglio questo concetto, consideriamo un esempio: diffamare qualcuno affermando che "ha rubato l'auto di Caio la scorsa settimana" differisce notevolmente dall'accusare genericamente che "Tizio è un ladro". Nel primo caso, la diffamazione ha un peso maggiore perché fare riferimento a fatti precisi e circostanze conferisce credibilità all'accusa, quasi fungendo da prova.
Cosa dice il Codice Penale
In base all'articolo 595 del Codice Penale, quando la diffamazione coinvolge l'attribuzione di un fatto specifico, la pena può variare da una reclusione fino a due anni o una multa fino a €2.065. Tuttavia, è importante notare che la diffamazione semplice e quella aggravata solo dall'attribuzione di un fatto specifico rientrano ora nella giurisdizione del Giudice di Pace.
In sostanza, per reati previsti dall'articolo 595, paragrafi 1 e 2 del Codice Penale, tranne in casi specifici, il Giudice di Pace ha giurisdizione. In questo contesto, le sanzioni includono multe che vanno da €258 a €2.582, arresti domiciliari da sei a trenta giorni o servizio di pubblica utilità da dieci giorni a tre mesi. (Per una panoramica più dettagliata degli aspetti procedurali della diffamazione, leggi qui).
Cosa significa diffamazione a mezzo stampa
Una forma di diffamazione aggravata avviene attraverso l'uso dei media stampati o qualsiasi altro mezzo di pubblicità, che sia fisico o, come vedremo a breve, digitale. Inoltre, la stessa gravità è associata alla diffamazione riportata in un documento pubblico. In questi casi, la diffamazione è punita con reclusione che va da sei mesi a tre anni o una multa non inferiore a € 516. È evidente che il danno inflitto alla reputazione di qualcuno e i danni conseguenti possono essere molto più significativi quando le affermazioni diffamatorie sono diffuse attraverso la stampa o altri mezzi di pubblicità. Inoltre, la presenza di dichiarazioni lesive sulla reputazione di qualcuno in documenti pubblici può conferire loro maggiore credibilità. (Per un'analisi approfondita, leggi l'articolo sulla "Diffamazione attraverso i Media Stampati").
Nei casi di diffamazione attraverso media stampati, sono previste ulteriori disposizioni degne di nota. Se l'atto diffamatorio attraverso media stampati include l'attribuzione di un fatto specifico alla vittima, la pena prevista è particolarmente severa. Ciò comporta una reclusione da uno a sei anni, oltre a una multa non inferiore a €258 (fare riferimento all'articolo 13 della Legge sulla Stampa).
Diffamazione a mezzo stampa: cosa succede al direttore
In secondo luogo, la legge penale ritiene responsabile anche il direttore o il vicedirettore se l'offesa di diffamazione è avvenuta a causa della loro colpevole omissione nell'esercitare il dovuto controllo sui contenuti del periodico. La punizione per questi individui corrisponde a quella prevista per l'offesa di diffamazione che avrebbero dovuto evitare, sebbene ridotta fino a un terzo.
Questa struttura si applica all'editore della pubblicazione, se si tratta di un mezzo stampato non periodico e se l'autore della pubblicazione è sconosciuto o non riconducibile legalmente. In alternativa, si applica allo stampatore se l'editore non è legalmente responsabile o non è identificato. In tutti i casi di diffamazione che abbiamo considerato finora, le pene sono ulteriormente aumentate (fino a un terzo) se l'offesa è diretta a un "organo politico, amministrativo o giudiziario," ai suoi rappresentanti o a un'"autorità costituita in collegio." Questo avviene a causa dell'eccezionale credibilità e del prestigio sociale che questi enti e individui dovrebbero godere.
Diffamazione su Internet e sui social
Nel mondo di Internet, un lato oscuro si nasconde dietro le apparenze di una comunicazione globale senza confini. La diffamazione, un reato che colpisce la reputazione delle persone, trova terreno fertile anche online. L'importanza di questa tematica è indiscutibile, poiché la rete si è ormai affermata come uno strumento di comunicazione cruciale. Mentre le sue caratteristiche di facilità e velocità consentono la connessione con un numero infinito di individui, è altrettanto vero che tali caratteristiche possono rendere Internet un pericoloso strumento per danneggiare la reputazione altrui e perpetrare altri reati.
Il diffamatore virtuale: l'ombra della calunnia
L'uso di internet per calunniare è un atto nefasto che si manifesta attraverso la comunicazione con molte persone, spesso senza che la persona diffamata ne sia direttamente destinataria. Questo costituisce il reato di diffamazione online. Ad esempio, se un individuo invia un'e-mail offensiva a un gruppo di persone, e uno di loro inavvertitamente la scopre, può intentare una causa per diffamazione. Su Internet assume diverse forme, influenzate dal mezzo specifico utilizzato e dalla gravità delle espressioni offensive.
In particolare, la diffamazione che coinvolge strumenti come articoli di giornali online o blog rappresenta una "pubblicità" digitale, poiché il messaggio può raggiungere un pubblico vasto e variegato. In tali casi, la diffamazione è considerata più grave. Le sfide nell'affrontare la diffamazione online sono complesse, dato il costante sviluppo di nuovi strumenti di comunicazione offerti da Internet.
La diffamazione su Facebook: un pericolo in agguato
Recentemente, ci si è posti interrogativi sulla natura delle comunicazioni sui social media e sulla loro rilevanza legale quando risultano offensive. La giurisprudenza ha chiarito che è possibile commettere reati di diffamazione anche attraverso i social media, come Facebook, dove è possibile comunicare con un vasto pubblico. Ad esempio, un post o i commenti possono essere letti da un gran numero di utenti, e in tali casi, la diffamazione è aggravata dall'uso di un "mezzo di pubblicità". Il reato può essere punito con la reclusione o una multa significativa.
(fonte immagine: Freepik)